mercoledì, settembre 30, 2009

Di fronte a questo la scienza scopre i propri limiti.


Malata di Sla guarisce nelle acque di Lourdes
"Preferisco parlare di un dono, di una grazia, non di miracolo". Nelle parole di Antonia Raco, la donna di Francavilla sul Sinni affetta da Sla che, dopo un viaggio a Lourdes, ha ripreso a camminare, tutta la commozione di chi, davanti al Mistero, lo riconosce e lo porta a testimonianza ovunque vada. Alla donna era stata diagnosticata la Sla nel 2004. Dal 2006 aveva smesso di camminare ma lo scorso 5 agosto, al ritorno dal viaggio a Lourdes, ha ripreso tutte le attività motorie che la malattia le aveva precluso. "Non è spiegabile con i mezzi di cui scientificamente dispongo", ha commentato il neurologo Adriano Chiò delle Molinette di Torino.
L'incapacità della scienza
Davanti al miracolo la scienza frena e scopre i propri limiti. Il medico, che ha in cura la signora dal 2006, ha spiegato: "A giugno, quando ho visitato la signora, non era in grado di camminare, ma solo di sollevarsi dalla sedia a rotelle e stare in piedi con un appoggio. Ora cammina normalmente e senza stancarsi e le è rimasto solo un leggero disturbo alla gamba sinistra, da cui era partito il male. Non ho mai osservato una situazione del genere in malati di sla. la diagnosi era inequivocabile: la signora aveva una forma di Sla a lenta evoluzione. Una malattia che può rallentare e al massimo fermarsi, ma che non crediamo possibile che migliori, perchè intacca i neuroni irreversibilmente". "È un fenomeno che io stesso impiegherò del tempo a elaborare", ha continuato il neurologo Chiò spiegando di aver "disposto che vengano ripetuti alcuni esami che la signora ha effettuato in Basilicata come la spirometria, l’elettromiografia, gli studi dei potenziali evocati". "Ma quello che abbiamo visto per ora è una regressione della malattia, che scientificamente crediamo impossibile in pazienti affetti da Sla".
Il neurologo, restio a usare il termine "miracolo", ha sottolineato che quella di stamattina "è stata una visita di controllo programmata da tempo. Stenderò una relazione clinica come al solito, ma non era una visita per accertare un miracolo. Di questo si occupano le autorità ecclesiastiche".
Ora guarda al futuro
La paziente, che ha, poi, fatto ritorno a casa a Francavilla sul Sinni (in provincia di Potenza), continuerà comunque a essere seguita al centro Sla delle Molinette di Torino, dove è in cura dal 2006.
"Dal 5 agosto - ha raccontato la signora - quando ho sentito la voce che mi diceva di alzarmi, non ho più usato la sedia a rotelle. Solo la prima volta che sono uscita, perchè volevo prima consultarmi con il parroco". "A Lourdes - ha aggiunto - ero andata con la diocesi (di Tursi e Lagonegro, ndr) anche per pregare per tante persone, soprattutto per una bimba di 5 anni che è più grave di me. Il viaggio l’ho fatto in barella, sul Treno Bianco dell’Unitalsi".
Il bagno nella vasca santa
Al primo agosto risale il bagno nella vasca benedetta: "In acqua ho sentito una voce che diceva di farmi coraggio e come qualcuno che mi sollevava, e ho capito che stava accadendo qualcosa.
A casa, il 5 agosto, è tornata la voce. Diceva: dillo a tuo marito. Allora davanti a lui io mi sono alzata, ho fatto una giravolta e gli sono andata incontro". "Ora cammino, non sono mai stanca e non sento dolore - ha concluso prima di andarsene - È come se avessi avuto una seconda possibilità".

Il Giornale

lunedì, settembre 28, 2009

Sono questi i "sacri diritti" raggiunti dalle nostre società??


Zapatero non cambia. L’aborto è libero anche per le sedicenni


Nessun dietrofront: per il governo spagnolo le ragazzine di 16 anni potranno abortire liberamente senza il permesso dei genitori. Non dovranno neppure avvertirli. È il punto più polemico (ma non l’unico) del progetto di legge di “Salute sessuale e riproduttiva e interruzione volontaria della gravidanza”, approvato ieri in un consiglio dei ministri del tutto “straordinario”. In primis per il giorno: la squadra di José Luis Rodriguez Zapatero si è riunita di sabato, dato che il venerdì molti ministri erano impegnati al G20 di Pittsburgh.

Ma c’è un altro particolare che non è passato inosservato ai più attenti analisti: durante lo stesso Consiglio dei ministri è stata approvata una polemicissima riforma dell’aborto e un aumento delle tasse. Una pura coincidenza o il tentativo di accattivarsi parte della sinistra spagnola, colpita – quanto l’elettorato di destra – dall’incremento delle imposte? Per qualcuno il governo socialista vorrebbe sfruttare il polverone mediatico sollevato dalla riforma dell’aborto per far passare in punta di piedi la stretta fiscale; per altri è giusto il contrario: si devia l’attenzione della stampa sulle imposte e l’aumento dell’Iva, per ridimensionare l’importanza dell’aborto.

In ogni caso, non tutti credono alla coincidenza e alla casualità. Il progetto approvato dal governo di Zapatero rivoluziona completamente l’attuale legislazione sull’aborto, in vigore in Spagna dal 1985. Finora l’interruzione volontaria della gravidanza era permessa solo in tre casi: violenza sessuale, grave malformazione del feto, rischio fisico o psicologico per la madre (oltre il 90% degli aborti si realizzano in nome di questo criterio). Il ddl del governo liberalizza completamente l’aborto nelle prime 14 settimane di gestazione: deciderà la donna, senza l’obbligo di giustificare la sua scelta con nessuna ragione. Aborto libero e gratuito, recita il testo: «I servizi pubblici di salute» dovranno «garantire il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza».

Fino a tre mesi e mezzo nessun limite, dunque: la donna dovrà essere soltanto informata delle possibili alternative e poi farà quello che vuole. A partire dalla 14esima e fino alla 22esima settimana, si potrà abortire solo in due casi: se fosse a rischio la vita o la salute della madre o se venissero diagnosticate gravissime anomalie del feto. Dopo la 22esima settimana (oltre il quinto mese) l’aborto potrebbe essere autorizzato da un «comitato clinico», qualora venisse rilevata una malformazione fetale incompatibile con la vita o estremamente grave e incurabile. In un primo momento il governo avrebbe voluto escludere i medici contrari all’aborto dai «comitati clinici» regionali, ma è stato obbligato a modificare questo punto.

L’aspetto della riforma che più polemiche ha sollevato – anche all’interno del Partito socialista – è però quello relativo all’età dei «fruitori» del cosiddetto «diritto di abortire»: il governo ha mantenuto la sua posizione iniziale e ha esteso questa possibilità alle ragazze di 16 e 17 anni. Un’eventuale modifica potrebbe avvenire in sede parlamentare. Il progetto di legge infatti ora viene rinviato alle Cortes (Parlamento). In Spagna ogni anno sono oltre 112.000 i bambini non nati a causa delle interruzioni di gravidanza.

Una cifra che continua ad aumentare a ritmi vertiginosi: più 126% in soli dieci anni. Per questo, secondo il governo di Zapatero, l’attuale legge non era al passo con la società spagnola. La vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega ha affermato che il nuovo testo si basa su tre punti fondamentali. Il primo: dare maggiori garanzie giuridiche alle donne che decidono di abortire. Secondo: garanzia di privacy. Terzo: sicurezza legale per i professionisti sanitari che realizzano gli aborti. La vice premier assicura che la volontà del governo è «prevenire le gravidanze non desiderate» e che «nessuna donna debba affrontare la durissima decisione di abortire».

Ma a tanti spagnoli la proposta del governo non piace affatto. Faranno sentire la loro voce in piazza, a Madrid, il 17 ottobre: gli organizzatori prevedono la presenza di oltre un milione di persone.

Avvenire