martedì, ottobre 02, 2007

Il Myanmar è il Paese più corrotto del mondo

Governi dittatoriali, guerra, “cattiva” influenza di un Vicino potente ma soprattutto la grande povertà sono le principali cause della corruzione, secondo il rapporto 2007 di Transparency international. Peggiora la situazione in Russia e Asia centrale. Le responsabilità delle multinazionali.



Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Aumenta la corruzione nei Paesi più poveri, spesso fomentata “da ditte multinazionali di Paesi ricchi” per trarre vantaggi illeciti. E’ quanto emerge dal Rapporto 2007 di Transparency International (Ti), che vede il Myanmar al primo posto come Paese più corrotto, insieme alla Somalia. “Queste ditte – prosegue il rapporto – considerano la corruzione una legittima strategia aziendale” per operare nei mercati esteri e ottenere vantaggi di ogni tipo.

Sotto accusa anche “le istituzioni finanziarie internazionali, che permettono a funzionari corrotti di far sparire e riciclare i fondi”, prosegue il rapporto citando gli esempi di Filippine e Nigeria, dove i funzionari lucrano milioni di dollari. Anche una situazione di guerra favorisce l’espandersi del fenomeno, come in Iraq e Afghanistan che figurano al 3° e 7° posto, come pure un governo dittatoriale come il Myanmar.

“Un sistema giudiziario indipendente e professionale – dice ancora il rapporto – è decisivo per eliminare l’impunità e rinforzare un’applicazione imparziale della legge”, mentre è “improbabile” alcun miglioramento se non è possibile colpire i funzionari corrotti e privarli dei guadagni illeciti.

Il 40% dei 180 Stati considerati sono classificati come “molto corrotti” e si tratta dei Paesi più poveri del mondo. Tra essi Uzbekistan (5°), Laos (10°), Turkmenistan, Cambogia e Bangladesh (14° ex aequo), Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Azerbaigian (insieme al 20° posto), ma anche la Russia (35° posto, insieme all’Indonesia).

Negli Stati ex sovietici dell’Asia centrale la situazione è molto peggiorata rispetto al 2006. Miklos Marschall, direttore per Europa ed Asia centrale di Ti, ritiene dipenda dalla “crescente influenza della Russia”, che peraltro ha un indice di corruzione poco minore di questi Stati. “La comunità finanziaria internazionale ritiene che in Russia il settore pubblico sia abbastanza corrotto – prosegue – e, ciò che è più allarmante, la situazione va peggiorando”.

Buone notizie per Singapore (177°), Hong Kong (167°) e Giappone (162°, meglio degli Stati Uniti al 160° posto), mentre la corruzione rimane “diffusa” in India e Cina (insieme alla posizione n.101).

Huguette Labelle, presidente di Ti, commenta che la corruzione “assorbe immense risorse che dovrebbero essere destinate a sanità, istruzione e infrastrutture”. “Ma i Paesi poveri non possono da soli sostenere l’impegno di una riforma” per eliminare connivenze e nepotismo: sono invece i “donatori internazionali” e i Paesi ricchi che debbono favorire questo cambiamento e vigilare che la loro attività non favorisca la corruzione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)